Giro d’Italia, passaggio a Sulmona nella 7a tappa (VIDEO)

giro d'italia a Sulmona

Sulmona, 12 Maggio 2023 – Passa anche per Sulmona la 7a tappa del giro d’Italia. Dalla Campania all’Abruzzo, dai 25 metri slm di Capua ai 2130 metri slm del Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore) per 4mila metri di dislivello complessivo. La tappa è divisa idealmente in due parti. La prima è effettuata su strade a scorrimento veloce con carreggiata ampia e gallerie illuminate, durante la quale la corsa passerà per Isernia e Castel di Sangro (dove è posto il primo traguardo volante di giornata). La seconda parte, che inizia con la salita verso Roccaraso, nel corso della quale i corridori si sono inoltrati lungo la SS17 dell’Appennino Abruzzese e Appulo-Sannitico, la SS 153 della Valle del Tirino e ancora la SS17 verso Campo Imperatore.

Duecentodiciotto chilometri di fuga per far avverare un sogno: la prima vittoria da professionista. Come scenario il Gran Sasso d’Italia, la tappa più attesa della prima settimana di Giro con 4mila metri di dislivello. Erano in tre, ad aver creduto nel sogno. Alla fine, la salita ha premiato Davide Bais della Eolo-Kometa. “Una vittoria inaspettata, ma che arriva da un corridore talentuoso”, ha sottolineato Ivan Basso, proprietario insieme ad Alberto Contador della Eolo-Kometa. Non erano quelli i programmi della squadra. “Sono andato in fuga per prendere punti per i GPM e per essere di supporto a Fortunato – racconta Bais subito dopo l’arrivo – Quando ho visto che il vantaggio era buono ho iniziato a risparmiare energie per poi dare il tutto per tutto. Sino alla prima vittoria”.

Alle sue spalle Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty), per parte della tappa maglia rosa virtuale. Sconfortato dopo l’arrivo, mentre si chiedeva dove avesse sbagliato. Anche lui ha sperato, per qualche colpo di pedale, di poter festeggiare la prima vittoria da professionista. Un sogno sfiorato, ma con la convinzione che è solo rimandato. Magari ad una delle prossime tappe di questa Corsa Rosa. E se il secondo posto può essere amaro, il terzo può essere una festa. “Sono quattro anni che non avevo più dolori per poter combattere per una vittoria. Non capisco ancora cosa è successo, e pensare che l’anno scorso volevo smettere! Questa per me è un’impresa importantissima” ha affermato un sorridente Karel Vacek (Corratec Selle Italia).

Doveva essere lotta tra i big che aspirano alla vittoria finale del Giro d’Italia a Roma. Invece, hanno lasciato andare una fuga sin dall’inizio della tappa (con i primi tre al traguardo c’era anche Henok Mulubrhan della Green Project-Bardian Csf-Faizanè che ha poi perso contatto lungo la salita di Roccaraso), permettendo che guadagnasse un ampio margine di vantaggio (ha toccato anche i 12 minuti), per poi riavvicinarsi grazie al lavoro del Team DSM sino a conservare la maglia rosa di Andreas Leknessund. Compreso che non avrebbero vinto una tappa nobile come quella di Campo Imperatore, non si sono neanche sfidati. Controllo assoluto tra i big e le loro squadre, sino allo sprint sotto il traguardo. Tatticismo? Paura di vincere? Nello sprint finale il primo del gruppo è stato Remco Evenepoel, con a ruota Primoz Roglic. Arriveranno i momenti di lotta, ma oggi resta la sensazione delle opportunità perse. Almeno per lo spettacolo, atteso e non vissuto.

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